6 giugno 1699, circa le ore otto.
Fu portato privatamente il Glorioso Corpo di S. Valentino alla Chiesa di S. Piero con grandissima venerazione, con Torce e Candele accese e la sera del med.mo giorno, circa le 23 ore, andorno tutte le Compagnie con il Clero a S. Piero tutti con torce e candele, e messo il Corpo Santo sopra ricca barella, e sotto un Superbo Baldacchino, si inviorno le Compagnie con tutto Popolo pricissionalmente verso Bientina con gran quantità di Torce e Candele accese, e in mano, essendovi concorsa quantità grande di Popolo da più, e diverse parti de Luoghi Circonvicini.
Mentre usciva dalla detta Chiesa di S. Piero il Glorioso Corpo di S. Valentino, fu veduta una stella in cielo sopra detta Chiesa, quale risplendeva piucchè non fa la luna, che andava secondando sopra il Baldacchino del Corpo Santo, e ciò fece detta stella fino a che non entrò nella Chiesa Parrocchiale, dopo sparì né si vedde più. Come asseriscono Domenica Antonia Moglie di Guglielmo Ferri di Bientina, Domenica di Antonio Marsili e una sua figlia di Vico Pisano, e molte altre persone di buti, che stavano sul monte di S. Agata per vedere la Processione luminosa.
Le Compagnie con il Glorioso Corpo Santo, e tutto il Popolo andorno su per i Fossi a S. Domenico, e, fatto l’ingresso dentro la Terra [di Bientina], si vedde una bella e superba luminara, che la Via di Mezzo da terra fino al tetto delle facciate delle case, finestre e botteghe ardevano di torce, lumicini, Stelle, Palloni, fanelli et altre invenzioni, carichi di bicchierini. I Borghi parimente tutti da cima in fondo erano illuminati con Fanelli, bicchierini, et altri lumi. Pervenute le Compagnie alla Piazza, si stesero verso il ponte, che va a Buti, e passato d.o Ponte, tirorno verso il Ponte che va a Vico Pisano, dietro andava il Glorioso Corpo di Santo Valentino con tutto il Popolo, con Torce, e Candele accese in mano, e tutte le case di sul Cilecchio e fuori delle mura ardevano di lumicini, stelle et altri Lumi; insomma tutta Bientina da tutte le parti ardeva di lumi.
Arrivate finalmente nella Chiesa Parrocchiale, le Comp.e con il Corpo Santo, e quel Popolo, che vi potè capire, che per essere così numeroso, restarono fuori molte centinara di persone, si vedde, qual altro Paradiso tanto per i superbi apparati, quanto per la luminaradi torce alla veneziana, stelle et altra Cera. Esposto il Glorioso Corpo di S. V. Martire sopra l’Altar Maggior, e sotto ricco Baldacchino, vi ardevano 100 ceri, fu cantato il Te Deum da quantità de primi musici di Fiorenza, Pisa, Pistoja e Lucca, e da primi Suonatori di Violino, frà gli altri Maestro Costantino detto il Romanino, e Moraccini di Pistoja, una tromba del Ser.mo Gran Duca, un trombone, e mezzo, che tra Musici e Suonatori erano al numero di 18. 19. Cantato il Te Deum, fu coperto il Glorioso Corpo, e licenziato il Popolo quale andò tutto in piazza per vedere la bella e superba macchina ripiena di fuochi artifizziati fatta dal Romito, chiamato il Patriarca degli Abissi, quale sta al servizio del Ser.mo Granduca padrone. Alla quale si diede fuoco la sera seguente di Spirito Santo, che fu cosa singolare veder uscir da quella macchina quantità grande di Razzi, ciascheduno di quelli facevano 20 e 25 Stelle, et ogni Stella faceva lo scoppio, e spari ad uso di mortaletti. Durorno ad uscir fuori fuochi, e girandole lo spazio di tre quarti d’Ora. La Macchina era fatta ad uso di Piramide alta braccia 22. In circa, e braccia larga di piedi…
In quei tre giorni delle feste di Spirito santo che stiede esposto il Glorioso Corpo di S. Valentino furon liberati da S. D. M. per intercessioni, e meriti di d. o. Santo quattordici ossessi dal Demonio.
Dalla memoria manoscritta del Pievano Tiberio Cosci, giacente nell’Archivio Parrocchiale di Bientina.
(dal libro “Bientina e il suo Lago” – A cura di C. Cantagalli, R. Vincenti e V. Bernardi)